Descrizione
Shepard Fairey (USA 1970 -)
OBEY
È con Frank Shepard Fairey che la Street Art conosce il concetto di viralità. La ripetizione ossessiva di un’immagine e di un messaggio che assume senso solo nella ripetizione stessa, che trae forza dalla sua stessa diffusione: è con questo intento che nel 1989, questo ragazzo del South Carolina appassionato di skateboard, crea la campagna “Andre the Giant has a posse” con il volto stilizzato del noto wrestler accompagnato dalla scritta a caratteri cubitali “Obey”. In breve tempo migliaia di stickers con questa immagine invadono gli Stati Uniti e non solo, incollati dallo stesso Fairey, dagli amici e da centinaia e poi migliaia di “adepti” in tutto il mondo che in poco tempo diventano diffusori del verbo “obey”. Non c’è intento politico nell’immagine creata inizialmente da Fairey, ma questa esplosione virale di stickers fa in modo che il messaggio percepito diventi ben presto quello di una resistenza alle corporazioni, ai poteri, all’autorità.Il messaggio politico entra tuttavia esplicitamente nell’opera di Fairey nel 2008, quando una sua riproduzione in quadricromia del volto di Barack Obama accompagnata dalla scritta “HOPE” diventa (ufficiosamente) l’immagine della vincente campagna presidenziale del senatore, proiettandolo nel gotha degli artisti più famosi e influenti del nostro tempo.
SULL’OPERA
In “Welcome Visitor”, Obey si focalizza sulla complessità della questione dell’immigrazione. Dalla sua riflessione emerge il suo auspicio affinché, i principi di umanità e dignità siano sempre collocati al primo posto.