Bird in the bushes (recto) / Military manoeuvres (verso)

Tecnica: matita su carta
Misure: 23.70 x 31.09 cm
Data: 1911
Firma: sx in basso
ID: 510
Prezzo: su richiesta

 

Descrizione

Alberto Giacometti (1901-1966)

Figlio di Giovanni, pittore post-impressionista svizzero, Alberto Giacometti nasce a Borgonovo di Stampa, nel Canton Grigioni, nel cuore della Val Bregaglia. Avviato all’arte dal padre – che insieme al padrino (Cuno Amiet, pittore simbolista), è tra le figure che più influenzano la sua formazione artistica – inizia a dipingere e scolpire a soli quattordici anni.  Nel 1922 si trasferisce a Parigi per seguire i corsi dell’Accademia della Grande-Chaumière, sotto la guida dello scultore Antoine Bourdelle. Da quel momento eleggerà la capitale francese a sua principale residenza, abbandonandola solo negli anni della Guerra.

Numerose sono le esperienze e le suggestioni culturali che influenzano la sua arte in questo periodo: il cubismo (Lipchitz e Leger su tutti), ma anche la scultura africana e oceanica, concorrono a delineare il suo stile e la sua visione selvaggia, totemica e pregna di richiami magici, della figura umana.

Nel 1931 si unisce al movimento Surrealista di André Breton. Nonostante ne venga espulso già nel 1935, l’avvicinamento al surrealismo rappresenta uno dei momenti più importanti della sua attività: è in questo periodo che realizza i primi oggetti a funzione metaforica e introduce il problema dello spazio e della sua delimitazione, che diverrà centrale in tutta la produzione successiva.

Il suo interesse per l’osservazione diretta della realtà, con particolare riferimento alla figura umana, è tra le ragioni del suo allontanamento dal movimento surrealista. È affascinato da testa e occhi, nei quali intravede il mistero della vita e dell’essere umano: modelli delle sue opere in questa fase diventano i parenti prossimi, in particolare il fratello Diego.

Il periodo post-bellico è caratterizzato dalla nota produzione di figure fisse, immobili, rigide, attorno alle quali costruisce e delinea cornici e gabbie che hanno la funzione di isolarle dallo spazio, sospendendole nel vuoto. Riferimenti all’inaccessibilità degli oggetti e alle distanze esistenti tra gli uomini che lo avvicinano alle problematiche dell’esistenzialismo: non a caso Jean Paul Sarte sarà un interprete attento della sua opera.

Muore a Coira, nel gennaio del 1966. Oggi le sue sculture sono esposte in tutto il mondo e battute all’asta a prezzi da record.